Cos’è successo alle TV al plasma

26 Febbraio 2023
Decenni fa, acquistare una TV era abbastanza semplice, in un mercato che si divideva in tre qualità : CRT, LCD e Plasma. Le vecchie televisioni CRT le conosciamo bene, si parla di schermi a tubo catodico d’enorme dimensione che però erano molto economici. Alcuni modelli particolarmente “avanzati” con uno schermo più piatto ed un livello di qualità superiore erano presenti, ma ovviamente non si poteva ignorare la presenza dei più moderni LCD – schermi piatti resi famosi per l’utilizzo nei Monitor ed altri apparecchi informatici – il quale avevano ancora i loro piccoli problemi d’adattamento. Ma poi, era possibile trovare gli schermi al Plasma.
GiĂ allora suonavano fantascientifici, ma a tutti gli effetti, come funzionavano questi display? Forse, se vogliamo, in una maniera abbastanza simile agli OLED moderni.
Il circuito delle TV al Plasma includeva al suo interno dei contenitori contenenti del Gas. Quando questi contenitori venivano caricati d’elettricità , il gas veniva rilasciato, e quindi caricato attraverso una cella di fosforo. Questo permetteva al gas di acquisire un colore attraverso una delle celle, divise naturalmente per rosso, verde e blu. Ciò generava il proprio colore e luminosità .
Da qui si comprende che le TV al Plasma non avevano bisogno della sua propria illuminazione autonoma, con in aggiunta un’alta frequenza video e un tempo di risposta assolutamente minimo. Questo ha reso, almeno nelle versioni più costose, la TV al Plasma una delle migliori scelte per chi cercava una soluzione competitiva per il Gaming o per creare il proprio apposito cinema in casa.
Ma cosa è successo, durante gli anni? Le TV al Plasma sono completamente scomparse dal mercato. Non sono nemmeno una scelta secondaria o eccentrica, non vengono semplicemente più prodotte. Cosa ha causato la loro rimozione sul mercato?
Innanzitutto, questi sono schermi che consumano molta energia elettrica. Devono riscaldarsi, ma non troppo, per questo hanno numerose ventole di raffreddamento all’interno. Come tale, non sono nemmeno molto sottili, tendendo ad essere molto spesse e pesanti.
Ma oltre quest’aspetto bisogna considerare che anche se le TV al plasma avevano una notevole luminosità , questo era vero solo per alcuni modelli che sono arrivati dopo, e solo per le versioni più costose. Molti modelli soffrivano d’una luminosità massima di 100 nits. Se guardiamo i modelli di schermi LED al giorno d’oggi, molti modelli offrono oltre 1000 nits di luminosità . Ma d’accordo, si parla pur sempre di più di 10 anni fa.
Tuttavia, le TV al Plasma erano soggette ad una degradazione molto evidente. Al giorno d’oggi molte persone stanno svendendo i propri schermi ad un decimo del loro valore iniziale, anche parlando magari di set particolarmente attraenti (come gli schermi a retroproiezione della Sony dal valore di quasi 3000 euro, con casse surround incluse) che vengono svenduti al di sotto dei 500 euro. Il motivo preciso sta nella componentistica ad alta temperatura e molto elaborata, con un denso numero di aspetti chimici che rendono questo schermo molto costoso da mantenere e costruire. Nel tempo, le celle al fosforo degradano, e la TV ci mette molto più tempo a riscaldarsi. In altri casi invece, si surriscalda, proprio perché le ventole interne hanno iniziato ad intasarsi e rallentare – provocando la rottura dell’apparecchio.
Quando gli schermi OLED hanno iniziato ad evidenziare gli stessi vantaggi offerti dal Plasma, ma in un insieme molto più sottile e con la necessità d’un singolo strato organico nel quale ottenere gli stessi effetti, è chiaro che le industrie hanno preferisco abbandonare il Plasma. Costa molto meno da produrre, ha meno problemi di degradazione, e vi è una quantità ridotta di componenti che possono rompersi prima del tempo.